sabato 20 aprile 2013

Il PD è morto

Ieri pomeriggio il piano K è miseramente fallito. Nelle parole di Platano Sorrentino e di Absinthe doveva trattarsi di una complessa strategia elaborata dai vertici del PD per:
  1. rendere palese che non è possibile fare accordi con il PdL (riuscito a spese di Marini);
  2. mettere nell'angolo Berlusconi eleggendo Prodi alla Presidenza della Repubblica (fallito grazie ad un centinaio di franchi tiratori);
  3. proporre Rodotà alla carica di Presidente del Consiglio (obbligando cosí il M5S ad appoggiarlo).
A questo punto ogni soluzione sarà fallimentare per il PD.
Emma Bonino non raggiungerebbe mai il quorum, Stefano Rodotà significherebbe arrendersi a Grillo e un nome concordato con il PiL sarebbe una resa nei confronti di Berlusconi.
Le dimissioni di Bersani e della Bindi forse possono rallentare il processo di disgregazione ma di certo non fermarlo. Il PD ormai è condannato. Ma questo, al contrario delle apparenze, non può che essere un bene per la sinistra italiana.

Aggiornamento ore 20.30

Con la rielezione di Napolitano ci aspetta un altro anno di governo tecnico e larghe intese con Berlusconi che farà tira-e-molla a giorni alterni. A meno che non si torni subito alle urne, nel qual caso avremo il trionfo del Movimento 5 Stelle. Ma, per il Partito Democratico, il risultato non cambia.

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