martedì 17 agosto 2010

Fini: passato, presente e futuro (?)

Ogni volta che, nei mesi scorsi, Fini prendeva posizione sui temi etici - posizioni non proprio consone ai diktat del Vaticano - mi tornava in mente un episodio di una dozzina di anni fa: gruppi di giovani di AN che distribuivano preservativi all'uscita della scuole. Poi Berlusconi ha cominciato a corteggiare le gerarchie cattoliche e Fini ha pensato bene, probabilmente per convenienza, di abbandonare la veste del laico (così come aveva abbandonato la camicia nera) per accodarsi alla compagine neo-integralista.

Alla fine degli anni '90, Fini, continuando lentamente a cambiare, era persino riuscito ad accreditarsi come l'erede designato di Berlusconi. Ma Gianfranco è impaziente, Silvio non vuole saperne di farsi da parte e in più c'è Giulio (Tremonti) che scalpita per ottenere la sua parte di riflettori e microfoni. Quest'ultimo è in vantaggio: dalla sua può vantare la ricucitura tra Forza Italia e la Lega che ha portato alla vittoria nelle elezioni del 2001. Fini invece deve ancora scrollarsi di dosso il marchio del fascismo: ci riesce abbastanza bene con un bel viaggio diplomatico in Israele, qualche foto con la kippah e qualche dichiarazione critica sul fascismo (ripresa ad arte dai telegiornali nostrani).

A questo punto, Fini decide di misurare la sua forza: grazie al fatto di essere Ministro degli Esteri, chiede di dare più potere al CIPE in funzione antitremontiana. Poi, non contento, a metà del 2004 chiede espressamente la testa del Ministro dell'Economia. Berlusconi licenzia Tremonti e lo sostituisce con Siniscalco, facendosi carico di qualche protesta da parte della Lega, distratta dalle condizioni di salute di Bossi ancora sotto osservazione a causa dell'ictus che lo ha colpito qualche mese addietro. Partita vinta per Fini? Non proprio. Appena c'è bisogno di imbastire in fretta e furia una finanziaria elettorale (siamo a fine 2005), Berlusconi richiama Tremonti e Fini non può far altro che mandare giù il boccone amaro.

Pochi mesi dopo si torna alle urne con Forza Italia ed AN che si ritrovano all'opposizione. Forse Fini pensa che, dopo la seconda sconfitta contro Prodi, Berlusconi si ritiri a vita privata, ma non ha fatto i conti con l'ambizione di Re Silvio che vuole assolutamente tornare a Palazzo Chigi e per farlo si inventa un partito nuovo di zecca: il PdL. L'invito/ordine ad aderire è di quelli che non si possono disattendere. Fini all'inizio si dimostra contrario ma poi capisce che la cosa può anche portargli dei grossi vantaggi. Infatti nel frattempo succedono tre episodi cruciali: i Colonnelli di AN cominciano a sbuffare contro il capo, Berlusconi dichiara di voler nominare Fini come suo successore nel caso aderisca al partito unico ed infine cade il Governo Prodi.

Dopo la nuova e schiacciante vittoria alle elezioni del 2008, finalmente sembra tutto a posto per Fini: persino l'elezione a Presidente della Camera, terza carica dello Stato, che gli consente di fare pratica come uomo delle istituzioni. Ma a Berlusconi, gli atteggiamenti super-partes di chi considera suo vassallo non piacciono affatto. E d'altra parte Fini non ci sta a fare la figura del servo. Inoltre si rende conto che la politica del Governo è fortemente condizionata da Tremonti e dalla Lega. Senza l'alleanza con il partito di Bossi, il PdL non è autosufficiente e questo diventa palese con il cambio di direzione di Berlusconi pochi giorni prima del referendum che, se approvato, avrebbe portato all'autosufficienza il PdL in Parlamento e alla conseguente marginalizzazione della Lega.

Da questo punto in poi, comincia il lento distaccamento di Fini dal PdL, agevolato anche dagli attacchi di Feltri dalle colonne del Giornale, organo di stampa della famiglia Berlusconi. Distaccamento fatto di tante piccole dichiarazioni perfettamente in linea (o quasi) con il suo ruolo istituzionale ma assolutamente indigeste a Re Silvio, in special modo quelle relative alla legalità. La parola fine alla coabitazione tra i due fondatori del PdL sotto lo stesso partito è arrivata pochi giorni fa con la creazione di un nuovo partito: Futuro e Libertà.

Adesso però la strada per Fini è tutta in salita. Con ogni probabilità il grosso della "base" che fu di Alleanza Nazionale continuerà a votare PdL, almeno fintantoché Berlusconi non mollerà il partito (e questo si sfalderà come una novella DC-post-Tangentopoli). Ma Fini ed il suo sparuto gruppo di deputati, riusciranno a resistere così tanto? E anche se ci riuscissero, come faranno a scrollarsi di dosso il marchio di traditori?

Possibile che Fini non ci abbia pensato prima? Un politico navigato come lui, può essersi lasciato sopraffare dal fastidio verso Berlusconi e la sua politica? Che abbia giudicato davvero redditizio un salto della quaglia? O forse Fini sa qualcosa che noi non sappiamo?

4 commenti:

  1. Ciao Sand, passato bene le ferie?
    Sono Slobo.
    Il cambiamento, plastico, di Fini io lo considererei in relazione a due situazioni, una qualche anno fa e l'altra ieri.
    Qualche anno addietro Fini si aggirava per un mercato metropolitano- non so se fosse roma o milano, comunque lo vidi al tg3 e sarà reperibile online da qualche parte- e fermò un ambulante magrebino dicendogli di mostrargli la carta d'identità e il permesso di soggiorno, manco fosse un pubblico ufficiale e con tono sprezzante. atteggiamento da vero bullo fascista che mi è rimasto impresso, una smargiassata sgradevolissima.
    Ieri scopro invece la storia di lui al mare che si ferma amabilmente a parlare con un ambulante da spiaggia extracomunitario e gli fa pure una tenera e amichevole dedica!
    IN queste due immagini e situazioni c'è mio avviso, ben più di cento altre dichiarazioni e comportamenti, la trasformazione dell'uomo, dunque anche del politico.
    Io non so come finirà la storia, se Fini davvero romperà col pdl e che scelte farà, quanto seguito avrà, so però che oggi gode di sicuro della mia stima-anche se difficilmente del mio voto visto le sue compagnie...
    C'è chi lo chiama traditore, chi invoca la coerenza, ma onestamente se valuto un uomo nella sua complessità non posso che preferire chi ha svolto un percorso di vita attraversando varie fasi e cambiando, perchè è cambiato il mondo nel frattempo attorno a lui(e non parlo certo di geopolitica solamente, parlo di quotidianità, di esperienze personali) e lui ha saputo modularsi di conseguenza. gli uomini tutti d'un pezzo, i comunisti che tali erano nel 70 e tali restano oggi, li considero dei coglioni.
    Fini era fascio a 20 anni e ora a 60 è probabilmente un conservatore per bene. ha avuto coraggio e si è messo in gioco. poteva vivere politicamente di rendita, ma non lo ha fatto.
    il suo destino politico forse sarà irto e irrilevante, quello umano però è sicuramente da valutare con rispetto e stima.
    alla prossima! ciao

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  2. Ciao Slobo! E' un piacere rileggerti! Quand'è che apri un blog pure tu?

    Quanto a Fini, non so... mi da l'idea che i suoi cambiamenti siano stati per la maggior parte solo di facciata... non era fascista a 20 anni (anche se si atteggiava a camicia nera) così come non era "leghista" ai tempi della Bossi-Fini (o dell'episodio che citi tu) né clericale durante la legislatura 2001/2006...

    Suppongo che fino a qualche mese fa abbia guardato solo al proprio tornaconto politico... dopo essere diventato padre forse ha capito che uomo voleva diventare...

    Forse solo così si spiega la sua mossa politicamente suicida...

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  3. Ciao, sono bullo (non fascista però) state bene?
    Un privilegio poter parlare del caso Fini con voi.
    Fini è sicuramente cambiato ben oltre la facciata e inserirò una motivazione gossip.
    Da quando si è separato dalla moglie, una sempre con la faccia incazzata, e sta con la biondona (che pure di problemi gliene crea col fratellino, eh) e con le due figliolette, mi sembra un uomo diverso.
    Non dimentico il suo ruolo a Genova nel 2001, nè il suo passato, ma credo che una destra come quella che vuole rappresentare Futuro e Libertà sia comunque meglio del berlusconismo.
    E anch'io ho rispetto dell'uomo e dei suoi cambiamenti, al di là delle polemiche da forum, di quelli che meglio morti che coi fasci, e via dicendo.
    Credo che il privato cambi la vita alle persone e credo anche che essere stato attaccato sul privato lo renderà senza scrupoli con Re Silvio.
    Tutto sta a vedere se questa destra nuova avrà seguito elettorale o se invece Silvio riuscirà a relegarla all'angolo.
    Scrivo dopo le bordate di Famiglia Cristiana a Silvio, accolte con disprezzo dai berluscones, che sottovalutano la potenza clericale.
    Se la chiesa ha deciso che per silvio è finita, per silvio è finita, e credo anche che dopo il caso boffo si siano rotti molti rapporti.
    Forse è questo che Fini sa e non dice.
    Ciao.
    Bullo

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  4. Ciao Bullo!

    Anche per me è un privilegio ospitare le tue/vostre considerazioni...

    Come avrai capito propendo anch'io per l'ipotesi del "privato"...

    Quanto al peso del Vaticano, ho qualche dubbio... Silvio sa come ingraziarseli (soldi/agevolazioni/leggi ad ecclesiam) e da un cambio di premier i vescovi avrebbero solo da perdere...

    A meno che non ci sia qualcuno più disponibile e con meno problemi personali (divorzi/escort/processi)... tipo Tremonti...

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